Perché fotografo i bambini e le famiglie
Quando sono diventata mamma ho capito immediatamente che un figlio non è una persona sola. Sarà un neonato solo per poche settimane, diventerà presto un paffutello gattonatore, poi un bimbo che impara a camminare, a parlare, poi sarà un adolescente... insomma cambierà in continuazione, pur restando sempre lo stesso.
Ho immaginato di dover dire addio a ciascuna di queste persone. E mi si è straziato il cuore. Per fortuna la vita fa in modo che tutto avvenga gradualmente e quasi senza che ce ne accorgiamo e infatti i nostri figli crescono giorno dopo giorno, quasi impercettibilmente. Ma sono pronta a scommettere che non esiste al mondo un genitore che, in cuor suo, non senta la mancanza di tutte le persone che il proprio figlio ha incarnato nel corso degli anni.
Fotografo principalmente per due ragioni: conservare e raccontare.
Conservare quello che il tempo inesorabilmente cancella, quello che la memoria necessariamente non riesce a trattenere.
Raccontare quello che spesso gli altri non riescono a vedere, o che semplicemente vedono da una prospettiva diversa.
Ho immaginato di dover dire addio a ciascuna di queste persone. E mi si è straziato il cuore. Per fortuna la vita fa in modo che tutto avvenga gradualmente e quasi senza che ce ne accorgiamo e infatti i nostri figli crescono giorno dopo giorno, quasi impercettibilmente. Ma sono pronta a scommettere che non esiste al mondo un genitore che, in cuor suo, non senta la mancanza di tutte le persone che il proprio figlio ha incarnato nel corso degli anni.
Fotografo principalmente per due ragioni: conservare e raccontare.
Conservare quello che il tempo inesorabilmente cancella, quello che la memoria necessariamente non riesce a trattenere.
Raccontare quello che spesso gli altri non riescono a vedere, o che semplicemente vedono da una prospettiva diversa.